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Premio Pezzuti, l'arte pubblica in metro premia i giovani

premio.pezzutiInaugurata presso la stazione Vanvitelli della Linea 1 metropolitana l’installazione permanente "Stratificazioni Antropologiche" di Cristina Burns, vincitrice della seconda edizione del Premio Pezzuti per l'Arte. L'opera è esposta nel corridoio di collegamento tra la stazione Vanvitelli della metropolitana Linea 1 e la Funicolare di Chiaia e va ad affiancarsi alle due opere vincitrici ex aequo della precedente edizione.

Il Premio Pezzuti per l’Arte ha l’obiettivo di offrire ai giovani artisti una vetrina istituzionale di prestigio per il proprio talento, accanto alle opere dei più grandi maestri dell'arte contemporanea istallate presso le Stazioni dell’Arte del metrò di Napoli.
Il premio è dedicato alla memoria di Raffaele Pezzuti, giovane artista napoletano prematuramente scomparso e nasce per volontà dell'Assessorato ai Giovani del Comune di Napoli in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura e al Turismo, Azienda Napoletana Mobilità, Motor Village Napoli e Accademia di Belle Arti.
Alla cerimonia hanno partecipato l’ Assessore ai Giovani del Comune di Napoli Alessandra Clemente insieme al papà di Raffaele Alfredo Pezzuti, l’Accademia di Belle Arti di Napoli con Erminia Mitrano, l’ideatore del Premio Marco Izzolino e i finalisti della seconda edizione le cui opere sono temporaneamente esposte negli spazi rinnovati della Funicolare Centrale.

Il tema della seconda edizione: “NAPOLI NUOVO CROCEVIA”
La storia di Napoli è, fin dalla sua fondazione greca, storia di popoli, di culture, di tradizioni e linguaggi diversi che si sono mescolati e vicendevolmente arricchiti nei secoli. Ancora oggi questa città si avvale dell’apporto di uomini di diversa provenienza che, vivendoci, la arricchiscono con le proprie personali storie fatte di ricordi, tradizioni ed esperienze vissute.
Se oggi l'Europa cerca una nuova identità dibattendo sul tema dell'accoglienza verso gli stranieri, l’area del Mediterraneo non ha mai perso la sua: teatro di incontro tra popoli che, al di là dei temporanei conflitti, si sono trasmessi pensieri, culture, tradizioni e perfino usanze religiose.
L’incontro e la convivenza di questi popoli ha trovato a Napoli uno spazio privilegiato di comunicazione fra oriente ed occidente, tra meridione e settentrione, tra mare e continente.
Se si ripercorrono le tracce di questi aspetti multiculturali tipici di Napoli, si scopre che questi erano a fondamento del sapere classico che ha dato origine alla città; e si  sono poi amplificati quando la cultura classica è stata ritrasmessa dagli Arabi attraverso il Meridione ai teologi cristiani, ai filosofi naturali, ai medici salernitani, e propagata nei monasteri e nelle comunità religiose, nonché nelle prime università del mondo.
Nella storia di Napoli c’è così un’attitudine all’incontro con la diversità che è parte dell’identità stessa del Mediterraneo.
Proprio per la sua varietà, Napoli è una città davvero unica: è un “crocevia”. L’impressione che offre a chi la visita, è quella di una città che cambia a seconda del punto di vista dal quale la si osserva.

premio_pezzutiLa vincitrice / Cristina Burns - Rota (Spagna), 1982 /“STRATIFICAZIONI ANTROPOLOGICHE”
L'opera “Stratificazioni Antropologiche” nasce dall'osservazione di una Napoli multietnica, una città fatta di storia che è stata fondamentale nella crescita e nello scambio culturale dei popoli nei secoli.
La scena è ambientata in un mercato, luogo di incontro di culture ed etnie diverse, dove figure evanescenti si accavallano come lo scorrere del tempo e si ancorano ai luoghi indissolubilmente. Una zebra proveniente dalla culla della civiltà è illuminata da lanterne cinesi, "I Corridori" in bronzo che calcano un vecchio pavimento romano osservano lo spettatore come presenze che donano alla scena un’aura quasi mistica.
L’ interazione tra questi elementi regna in una Napoli in continua evoluzione che mantiene forte la sua identità, la sua anima, in cui culture, popoli, storia e innovazione si stratificano l'uno sull'altra diventando parte di un’unica realtà che nei secoli ha stregato milioni di persone.

Chi era Raffaele Pezzuti
Il Premio è dedicato all’ artista napoletano, Raffaele Pezzuti, ucciso nel 2002 quando all’età di trent’anni aveva raggiunto il suo più grande desiderio: fare dell’arte un lavoro oltre che una grande passione. La memoria di Raffaele continuerà a vivere anche nelle prossime edizioni con un messaggio forte: motivare i giovani a restare nella propria città e lottare con la creatività e per l’arte.  Nel 1994 Raffaele Pezzuti (1972-2002) si diploma a pieni voti all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Vuole vivere facendo l’unica cosa che ama veramente: dipingere. Inizia così per lui, come per tanti altri giovani che escono dall’Accademia, il difficile percorso per trasformare la passione in un lavoro. Da una parte i primi contatti con gallerie, collezionisti e critici, dall’altra il compito di portare a maturazione il proprio linguaggio pittorico. A ventisette anni si trasferisce a Milano e la sua vita diventa ancora più dura. Lavorare di giorno e dipingere di notte, ma Raffaele è tenace e motivato. A trent’anni, dopo le iniziali difficoltà, Raffaele raggiunge uno stile maturo e personale. Cominciano le prime richieste dalle gallerie e anche la sua vita privata sembra conquistare un sereno equilibrio. A questo punto avviene l’impensabile, un tragico evento. Un atto di violenza pone fine alla vita di Raffaele e alla sua avventura artistica. Raffaele era napoletano. A Napoli ha imparato a dipingere. Tuttavia da questa città è stato costretto ad andare via, per la mancanza di opportunità.

 

 

 
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